La ricetta è completamente inventata, anche se su internet si trova di tutto e anche questa, ma io ho fatto a modo mio!
Mi serviva qualcosa da fare e dato che le patate per il mio diabete non sono il massimo mi sono detta “e le carote?” e un coro mi accolse con frasi come:
“sono arancioni”, “sono buone”, “sono radici”…insomma, i soliti simpaticoni!!
Wiki ci aiuta con un pò di storia, che io riporterò.
Pare che gli gnocchi siano uno dei primi primi (scusate il giuoco di parole) utilizzati dall’uomo, vista la loro semplicità: acqua e farina, di qualsiasi tipo.
Si diffusero poi col tempo tipi colorati, realizzati con l’impiego di ingredienti particolari che ne determinavano la differente colorazione: ad esempio vi erano gli zanzarelli verdi, impastati con bietola e spinaci che sono molto tipici, e gli zanzarelli gialli, realizzati con l’aggiunta di zucca o di zafferano. C’erano poi malfatti bianchi, impastati con carne di pollo tritata, ed arancioni, quando venivano preparati con carote.
A partire dal 1880 si diffusero a macchia d’olio gli gnocchi di patate. Solitamente viene condita con sugo di carne o all’amatriciana.
La storia degli gnocchi di patate ha inizio quando vennero importate in Europa le prime patate provenienti dal continente americano. Gli altri tipi di gnocchi comparvero dapprima nei banchetti rinascimentali della Lombardia; venivano impastati con mollica di pane, latte e mandorle tritate e venivano chiamati zanzarelli. Nel Seicento invece subirono un lieve cambiamento nel nome e nella preparazione. Venivano chiamati malfatti e invece delle mandorle e del pane veniva aggiunta farina, acqua e uova.
Nella città di Roma gli gnocchi rappresentano il piatto tradizionale del giovedì, seguendo il detto “Giovedì gnocchi, Venerdi pesce, Sabato Trippa”. Ancora sopravvivono antiche hostarie e trattorie dove si segue la tradizione. Noto è il detto romano “Ridi, ridi, che mamma ha fatto i gnocchi” (usando la “i” come articolo, e non “gli” come vorrebbe la grammatica italiana; il proverbio sottolinea l’importanza del giovedì come giorno quasi festivo, che necessita d’un piatto elaborato e gustoso e che anticipa quello di magro del giorno successivo).
In varie città la tradizione degli gnocchi varia, infatti al sud il giorno tradizionale degli gnocchi conditi con sugo di carne ed un pizzico di mozzarella a cubetti sciolta (es. Napoli, “Gnocchi alla sorrentina“) è la domenica.
A Verona un piatto di gnocchi al pomodoro viene tradizionalmente consumato il “Venàrdi Gnocolàr“, giorno della sfilata dei carri di Carnevale. E Papà del Gnoco è il nome della principale maschera del carnevale scaligero.
Anche a Castel Goffredo (Mn), in occasione del carnevale, la tradizionale maschera di Re Gnocco offre ai propri sudditi gnocchi e vino il venerdì gnoccolaro.
Questa però è la ricetta di casa Zanelli. Premetto che la consistenza non è quella classica dello gnocco di patate, non si impasta, ma si mette nell’acqua con due cucchiaini o, meglio ancora, con una sac-a-poche (ma si scriverà così??). Le carote assorbono molta farina, essendo acquose e per non metterne troppa ho voluto mantenere una consistenza, per così dire, “al cucchiaio”.
Resta chiaro che se si preferisce lo gnocco classico basta aumentare la farina fino ad ottenere la consistenza desiderata.
Gli ingredienti, per 4 persone, sono i seguenti:
500 gr di carote sbucciate
300 gr di farina
1 uovo
2/3 cucchiai di parmigiano
1 cucchiaio di fecola di patate (o un addensante qualsiasi: maizena, amido di mais, farina di carrube)
sale, pepe, noce moscata
Bollire le carote fino quasi a farle spappolare in acqua salata e quando sono pronte, passarle al mixer ad immersione fino a tritarle, avendo cura di fargli eliminare più acqua possibile.
Metterle in una ciotola ed aggiungere tutti gli altri ingredienti mescolando bene.
Ricordo che gli gnocchi vanno fatti, cotti e mangiati, quindi mettere a bollire l’acqua per la cottura e nel frattempo tentare di mettere l’impasto in una sacca a posc…e mo lo scrivo così!!
Io ho fatto con due cucchiaini, tipo quenelle, dato che la mia sacca da 3 euro non mi permetteva grandi operazioni.
Spremere con la sacca l’impasto direttamente nell’acqua, delle dimensioni che volete, e aspettare che vengano a galla. Una volta risaliti, un minuto e sono pronti.
Per il condimento, sbizzaritevi pure, io ho preferito un sugo pomodoro e basilico, molto semplice, per gustare meglio il dolce delle carote, contrapposto all’acidulo del pomodoro, ma si può osare un burro e salvia, una crema al tartufo, io ci avrei messo anche dello stracchino.
Insomma, per il sugo, LIBERO SFOGO ALLA FANTASIA, ma provate a fare gli gnocchi, non ci vuole molto. E vengono ottimi…
Una volta tanto, fidatevi di me… 🙂
BUON APPETITO!!